Ecco uno stralcio di quanto Antonio maria Baggio scrive nell'editoriale di Nuova Umanità XXXI, Maggio-Giugno 2009/3, n.183
Ridefinizione del superfluo e del necessario: cambia la logica dei consumi
"All'affacciarsi della crisi c'è stato chi ha rivolto ai cittadini inviti generici ad aumentare i consumi: inviti talvolta accompagnati da provvedimenti governativi che hanno effettivamente messo nelle tasche dei cittadini qualche soldo in più; questi consigli rispondono alla logica economica che può avere qualche successo se la crisi è breve e se non si coinvolge i pilastri fondamentali della fiducia: agire "come se" la crisi non ci fosse può servire a mantenere lo status quo, purché il problema sia superabile a breve. Ma si stratta di consigli non adeguati al caso che stiamo vivendo, non solo perchè, con ogni evidenza, uno dei problemi è proprio la diminuita capacità di spesa di chi ha perduto il lavoro o ha visto comunque ridurre le proprie risorse; sono consigli inadeguati soprattutto perchè dentro una crisi grave come quella di oggi, oltre a diminuire i consumi, cambia la logica con la quale si sceglie che cosa e come consumare.

Il consumo "critico" che sottopone un'attenta valutazione etiche i prodotti, esisteva anche prima della crisi, adottato prevalentemente come comportamento quotidiano da minoranze sociali fortemente consapevoli. Oggi diventa evidente, cioè si impone a tutti, la sua razionale necessità. (...) La crisi diventa allora un'importante occasione per plasmare il mercato, per orientare l'offerta verso nuove direzioni e una migliore qualità. Angelo Ferro spiega: "il mercato non ha una struttura stabile, ma va continuamente fatta manutenzione per fargli accrescere la possibilità. Noi siamo abituati a considerare che il mercato tratti soltanto beni materiali, beni utilitaristici, beni edonistici: no, è il livello delle aspirazioni, dei bisogni, delle attese che hanno i consumatori che stimolano il mercato a trattare certi beni.

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