mercoledì 3 marzo 2010

Ritorno a Tortuga

Articolo tratto da Slow Fish - aprile 2009

Un terzo del pesce consumato in Gran Bretagna proviene dalla pesca di frodo del mar Baltico e del Mare del Nord, un preoccupante fenomeno in continuo aumento. Dai fish and chips ai raffinati ristoranti londinesi, dai mercati di prodotti biologici ai reparti surgelati dei supermercati, i consumatori mangiano principalmente pesce rubato.

Nuovi gangsters
La pesca di frodo è l'incubatrice a un nuovo settore: la pirateria ittica. Si tratta di un'attività plurimiliardaria. «Il merluzzo della Patagonia, a rischio di estinzione, e il tonno blu possono costare rispettivamente fino a 10 000 e a 50 000 dollari l'uno, per cui a volte il valore del pesce nella stiva supera quello della nave» sostiene il sottosegretario dell'lndian Ocean Tuna Commission «Sommando tutte le cifre a nostra disposizione, che includono il merluzzo del mare di Barents, il tonno del Mediterraneo, l'aliotide del Sudafrica e molti altri pesci pescati illegalmente, la stima del volume totale della pesca di frodo va dai due ai 15 miliardi di dollari» dice David Agnew, responsabile della ricerca ittica all'lmperial College di Londra.
La Tortuga dei pirati del pesce è in Europa, a Las palmas de Gran Canaria (Isole Canarie). «Quasi tutto il pesce di frodo che arriva in Europa passa da Las Palmas. Si tratta di almeno 400 000 tonnellate l'anno» spiega un esperto di pesca di frodo della Fao che vuole rimanere anonimo. Las Palmas è un ottimo porto, situato in posizione strategica, a soli 100 chilometri dalle coste dell'Africa occidentale, notoriamente tra le più pescose. È inoltre uno dei principali porti di comodo e offre servizi e ospitalità a molte compagnie canaglia.
Rintracciare il pesce rubato che transita da porti come Las palmas è quasi impossibile - ammette Hélène Bours, consulente ed esperta internazionale della pesca di frodo -, perché le partite vengono trasbordate in alto mare e perché Ci sono troppe rotte di contrabbando. Per fare un esempio, un'enorme quantità di quello che viene comunemente chiamato pesce pelagico, come le sardine, viene pescata in Africa occidentale ma non è contrabbandata in Europa o in America del

Nord perché non ci sono grossi mercati per quel tipo di pesce. Le navi europee razziano il pesce pelagico al largo della costa della Mauritania, lo portano a Las Palmas e poi da lì vendono ad altri paesi dell'Africa occidentale come la Nigeria.
I gamberoni dell'Africa occidentale e alcuni tipi di pesce piatto seguono tutt'altra rotta. Una volta arrivati a Las Palmas, sono spediti nel mercato asiatico dove c'è molta richiesta.
Il ritorno della pirateria è legato alla caduta del Muro di Berlino. La disintegrazione del sistema comunista fa si che la mafia russa s'impossessi a prezzi stracciati della flotta mercantile dell'ex Unione Sovietica e nel giro di pochi anni la trasformi in una flotta pirata. Negli anni Novanta i pirati russi razziano i mari del Nord, la principale attività è la pesca di frodo. Il Baltico è ormai ridotto a una pozzanghera, i pirati dei pesci ne sono i responsabili e le ripetute denuncie della Norvegia rimangono lettera morta nel Regno Unito dove approda la maggior parte del pesce razziato.
Il porto di Murmansk, il vecchio fiore all'occhiello della flotta mercantile sovietica, diventa quindi la Tortuga russa. Murmansk si trova sulla rotta marina nordica, un'autostrada commerciale lunga circa 5000 chilometri che congiungeva il Baltico con le miniere di nichel di Norilsk. AI suo apice, nel 1987, oltre 7 milioni di tonnellate di merci transitavano per questo porto. Gli esperti concordano nell'affermare che lo smantellamento del comunismo sovietico ha generato una nuova stirpe di gangsters della globalizzazione: i pirati del pesce.
Come sintetizza l'esperto di pesca di frodo della Fao: «Le risorse ittiche sono sempre state vulnerabili a causa della pesca eccessiva, ma lo sfruttamento su vasta scala ebbe inizio negli anni Cinquanta con la costruzione delle flotte di pescherecci sovietiche, seguite negli anni Settanta da quelle del Giappone e di altri stati dell'Estremo Oriente, dei paesi europei e degli Stati Uniti».
Fino alla fine della guerra fredda, però, ogni paese pescava nelle sue acque territoriali. La pesca di frodo a livello industriale nacque con il crollo del blocco sovietico, quando la criminalità organizzata s'impossessò della flotta mercantile e la Cina segui a ruota. Il primo bersaglio fu il Baltico per la sua vicinanza a Murmansk, non più pattugliata dalla Marina sovietica. In quella vasta striscia d'acqua oggi si assiste alle disastrose conseguenze di oltre 15 anni di anarchia sui mari: pesca eccessiva, inquinamento, eutrofizzazione (l'arricchimento dell'acqua con sostanze nutritive causato principalmente dal deflusso agricolo), cambiamenti climatici, fuoriuscite di petrolio, pesca a strascico e distruzione degli habitat hanno creato una situazione catastrofica, che minaccia ulteriormente la sopravvivenza del merluzzo e di altre specie.

Meglio mangiare Slow, meglio comprare Bio.

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