mercoledì 5 dicembre 2012

Il caffè selvatico etiope presidio Slow Food della foresta di Harenna

Io bevo caffè di qualità.

Il 14 dicembre a Roma, presso il Caffè cantù, dalle ore 15 si potrà degustare e conoscer eil caffè presidio Slow Food della foresta di Harenna, uno dei rari caffè selvatici disponibili sul mercato.




Il Progetto.

La foresta di Harenna, una delle più grandi dell’Etiopia, si trova tra le montagne del magnifico parco nazionale del Bale (nella regione dell’Oromia), 350 chilometri a sud della capitale Addis Abeba. Qui, a circa 1800 metri di altitudine, all’ombra di alberi ad alto fusto, nasce spontaneamente un caffè arabica con straordinarie potenzialità, ancora poco conosciute e valorizzate.
I contadini di questa zona vivono grazie alla vendita del caffè, principale loro fonte di reddito. La raccolta delle ciliegie è manuale, spesso ostacolata dalla presenza numerosa di babbuini, che ne sono ghiotti. Il caffè della foresta di Harenna non è lavato (il lavaggio in acqua dei chicchi e la fermentazione sono invece fasi cruciali per i caffè dei Presìdi latino-americani, ad esempio). Tecnicamente, viene definito “caffè naturale”: dopo la raccolta, infatti, le ciliegie sono immediatamente poste a essiccare su reti sospese (lettini). Questa tecnica, apparentemente più semplice, è invece complessa e molto delicata: non prevedendo le fasi di lavaggio e fermentazione – grazie alle quali si può ottenere un caffè dalla qualità più uniforme - il caffè naturale basa la sua qualità sull’eccellenza della materia prima, su una selezione molto accurata delle ciliegie e su un’essiccazione perfetta. Il caffè ottenuto tramite questo tipo di lavorazione ha maggiore corpo poiché il chicco acquisisce più sapore dalla polpa.






Obiettivi.

Il caffè cambia con il territorio, l’altitudine, il microclima, proprio come un vino o un olio, ma poi arriva ai consumatori in forma anonima. Quel che conta sul mercato è la marca, mentre non si sa nulla sulla provenienza del prodotto, sui produttori, sulla tecnica di lavorazione. Un obiettivo
importante del Presidio è spiegare questa diversità, promuovendo insieme al prodotto, l’area di produzione e la cultura locale.
Il caffè di Harenna è un frutto spontaneo della foresta: prendersi cura delle piante, gestire in modo sostenibile la raccolta, comprendere il suo valore, significa anche preservare l’ambiente. Ed ecco un altro obiettivo del Presidio: un buon produttore di caffè diventerà il miglior custode della foresta.
Naturalmente, come primo passo, occorre rafforzare l’organizzazione dei produttori, che – insieme – possono stabilire regole di produzione, lavorare meglio, controllare la qualità del prodotto finale. Un impegno che deve essere riconosciuto anche economicamente: per questo il Presidio sta mettendo in relazione i piccoli produttori di caffè con i torrefattori (italiani, spagnoli, americani) e con i consumatori, e sta promuovendo una filiera breve, con il minor numero possibile di intermediari.


Impatto sociale.

Grazie al Presidio, i produttori si sono organizzati in piccole cooperative, hanno ottenuto un riconoscimento dallo stato federale per poter esportare il loro caffè, sono usciti per la prima volta dai loro villaggi partecipando a eventi internazionali, hanno compreso lo straordinario valore del loro prodotto e del loro territorio. Il lavoro di Slow Food ha creato una filiera virtuosa, migliorando la qualità del raccolto, riducendo gli intermediari e avvicinando produttori e consumatori.


Beneficiari.

Produttori: il progetto coinvolge 132 produttori di quattro villaggi (Kebeles), riuniti in tre cooperative:
Habuubii (Irba), 51 produttori
Biftu Kanckicha (Burkitu), 49 produttori
Buna Magnete (Maanyatee), 32 produttori


Tratto dalla brochure di Presidio Slow Food adottato dalla città di Bilbao nell’ambito del progetto 4cities4dev.

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