Qualcuno si sarà chiesto leggendo il titolo di questo
articolo qual è il nesso tra una macchina caffè espresso e un’automobile.
Ebbene sì, tra una macchina espresso a leva e una storica fiat 500 di relazioni
ce ne sono molte.
Da quando è andata in onda la prima trasmissione
dell’inchiesta televisiva sul caffè di Report ho ricevuto molte segnalazioni e
messaggi di baristi e appassionati di caffè, in particolare del sud Italia, che
mi hanno chiesto se una macchina a leva è in grado di estrarre un buon caffè, e
ciò mi ha spinto a una riflessione sull’argomento che mi ha portato a scrivere
questo articolo.
La macchina a leva,
una svolta per l’espresso.
Non c’è dubbio che la tecnologia della macchina a leva
risale agli anni quaranta quando sulla macchina caffè a vapore fu introdotta
una leva, una molla e un gruppo erogatore che riesce a fornire un’elevata
pressione all’acqua in erogazione sul panetto di caffè macinato: è la macchina
a leva che ha permesso alla bevanda espresso di prendere le somiglianze di ciò
che beviamo oggi ovvero una bevanda nera sovrastata da una spessa e consistente
schiuma che in gergo viene chiamata crema.
Il popolo italiano ha potuto così degustare un caffè espresso simile a quello
che conosciamo noi e che tuttora beviamo ritualmente ogni giorno.
Entrando nel tema dell’articolo ritengo necessario
premettere che da un punto di vista tecnico ciò che distingue in erogazione una
macchina a leva da una moderna macchina espresso dotata di pompa elettrica sono:
la pre-infusione, la curva di pressione e la temperatura dell’acqua.
Nello specifico la pre-infusione delle macchine a leva avviene
per caduta dell’acqua sul panetto di caffè all’inizio della percolazione alla
pressione della caldaia vapore, ovvero tra i 0,8 e 1 bar, la cui durata è variabile
ed è di qualche secondo. La pre-infusione permette all’acqua calda di arrivare
“gentilmente” sulla superficie superiore del panetto di caffè al fine di
inumidirne la parte superiore e permettere al caffè di espandersi per effetto
dell’ingrossamento delle particelle di macinato nell’assorbimento dell’acqua.
Questa prima fase della percolazione risulta indispensabile per un corretto
assestamento della microstruttura del caffè macinato al fine di evitare il
fenomeno del “channeling” ovvero di passaggio dell’acqua attraverso vie
preferenziali. Inoltre la pre-infusione permette alle particelle di caffè di
gonfiarsi adeguatamente al fine di consentire una loro compenetrazione e permettere
alla percolazione uno stato stazionario.
La curva di pressione è funzione del tempo e della pressione
dell’acqua espressa in bar. La pressione di esercizio dell’acqua durante la
percolazione è di fondamentale importanza per il corretto risultato in tazza
dell’espresso; nelle macchine espresso moderne dotate di pompa elettrica centrifuga
è di 9 atmosfere relative ovvero 9kg/cm2 che può essere regolata
attraverso una valvola di bypass posizionata a valle della pompa. La curva di
pressione delle macchine a leva è determinata dalla spinta di una molla che
viene precaricata dal barista azionando la leva della macchina. La pressione
dell’acquia quindi non è costante e raggiunge un picco massimo dopo la
pre-infusione attorno ai 12-14 bar (dipende dal dimensionamento della molla in
dotazione del gruppo erogatore) e continua con un andamento discendente fino a
raggiungere un valore pari a zero. La molla pre-caricata dalla mano del barista
spinge un pistone che comprime l’acqua accumulata nella camera di erogazione e
diminuisce di pressione man mano che la molla si allunga fino ad arrivare a una
pressione nulla. E’ per questo motivo che la macchina a leva non è dotata di
un’elettrovalvola che nelle macchine con pompa elettrica ha lo scopo di
scaricare la pressione residua che il circuito idraulico ha fornito al panetto
di caffè e che rende possibile al barista, in sicurezza, di poter sganciare il
portafiltro senza alcun pericolo. Lo svantaggio nell’uso delle macchine a leva
è una produttività minore rispetto a quelle dotate di pompa elettrica in quanto
per lo sgancio del portafiltro nelle macchine a leva è necessario attendere che
il pistone spinto della molla esaurisca tutto il suo percorso fino in fondo.
Il parametro della temperatura dell’acqua per l’espresso ha
preso negli ultimi anni sempre più importanza per l’erogazione di un espresso
di qualità da quando, nel 2001, l’azienda Dalla Corte ha brevettato la
tecnologia a gruppi indipendenti e quindi la possibilità di regolare con
estrema precisione, versatilità e costanza termica la temperatura dell’acqua
per l’espresso. Prima dell’introduzione della leva per la produzione della
pressione dell’acqua che ha permesso di tenere la temperatura dell’acqua sotto
i 100°C, l’acqua fornita delle precedenti macchina a vapore era oltre il punto di ebollizione e
produceva caffè particolarmente amari e astringenti. Nelle macchine a leva
l’acqua per l’erogazione dell’espresso viene prelevata direttamente nella
caldaia vapore a una temperatura molto elevata e con una incostanza durante il
suo utilizzo di notevole variabilità: quando la resistenza elettrica in caldaia
o il bruciatore a gas si accende per il mantenimento della pressione impostata per
la caldaia vapore la temperatura dell’acqua sale notevolemtne e ciò si trasferisce
sull’espresso con un andamento alternato del profilo di temperatura dell’acqua.
La macchina a leva erogherà con lo stesso caffè, macinato con la stessa
granulometria, preparato in momenti diversi della giornata, caratteristiche
organolettiche diverse in tazza che saranno dipendenti dalla specifica
temperatura dell’acqua prodotta in quel momento e che varierà in base al fatto
che il barista stia usando continuativamente la macchina oppure perché la
macchina è rimasta ferma per un certo tempo di inattività oppure perché si è
prelevata acqua calda dalla caldaia o si è scaldato il latte per il cappuccino
con una conseguente accensione della fonte di calore della caldaia.
L’automobile diviene
popolare.
La “nuova” fiat 500 viene lanciata sul mercato nel 1957 e
costituisce per il popolo italiano un mezzo di locomozione economico e compatto; il motore è a due tempi,
raffreddato ad aria e la velocità massimo è di 90 km/h. Quest’autovettura segna
nella storia automobilistica italiana la diffusione della quattro ruote e pian
piano l’italiano sostituì la motocicletta, prima ancora tanto diffusa, con un
mezzo a quattro ruote.
Come si evince da questa breve premessa la macchina a leva è
un po’ come la vecchia Fiat 500: costruite con una tecnologia dell’altro secolo
oramai obsoleta dove la temperatura dell’acqua in erogazione è direttamente
influenzata dalla pressione in caldaia vapore, il gruppo erogatore è mantenuto
caldo per conduzione, quindi con una variabilità di temperatura che dipende
dall’utilizzo della macchina, una ergonomia e confort di utilizzo ormai sotto gli
standard di qualità dove il barista deve azionare manualmente una leva che
costringe a un movimento fisico sbilanciato e posturalmente scorretto,
prestazioni scarse e non costanti di pressione la cui curva dipende dalla
manualità del barista nel caricare la molla e nel tempo di rilascio della
stessa.
Spesso capita di veder erogare caffè tostati di grande
eccellenza dove la qualità della materia prima e la tostatura precisa
effettuata con macchine tecnologicamente avanzate è di grande livello, estratti
con una macchina a leva o una macchina “storica” che solo per il fatto di
erogare a temperature dell’acqua differenti produrranno sempre espressi diversi
fino a produrre espressi difettati a causa di temperature troppo elevate: un
espresso erogato con una temperatura dell’acqua vicino ai 100°C sarà
sgradevolmente amaro e astringente con sentori di bruciato. Questo è l’esempio
di un buon connubio per abbattere la qualità del caffè e avere in tazza un risultato
mediocre e poco stabile.
Tornando alle automobili pensate di fare un viaggio Milano -
Napoli con due autovetture: Fiat 500 degli anni ’50 e Fiat 500 del 2014: un
equipaggio arriverà sicuramente prima, in autostrada la vecchia 500 non
supererà gli 80 km/h contro i 130 km/h della nuova 500, in caso di viaggio
d’estate un equipaggio arriverà fresco e riposato grazie ai sedili confortevoli
e all’aria condizionata, mentre l’altro sarà affaticato e accaldato, le soste
saranno molto più frequenti per l’equipaggio storico mentre il secondo necessiterà
di meno soste, la nuova 500 risparmierà sui costi di carburante viaggiando con
un propulsore moderno e tecnologicamente avanzato inquinando meno grazie alla
dotazione dell’iniezione elettronica e del catalizzatore; e se parlassimo in
caso di un malaugurato incidente? Un equipaggio avrà un sistema frenante
inadeguato, non avrà gli airbag e i poggiatesta e un telaio che non sarà in
grado di assorbire adeguatamente un urto forte.
Quindi: perché acquistare e usare un’automobile con
tecnologia degli anni ’50? Per passione storica, per farsi fotografare, per
fare il giretto della domenica massimo a 50 km/h?
Alla fine la riflessione porta chiaramente a bocciare su
tutta la linea da un punto di vista qualitativo della bevanda in tazza l’uso di
macchine espresso storiche o macchina a circuito a leva che non possono
garantire, proprio per la tecnologia obsoleta con cui funzionano, una costanza
dei parametri di preparazione dell’espresso.
In conclusione il miglior espresso erogato da un caffè
specialty tostato con la corretta curva di tostatura non può essere preparato
con una macchina espresso con tecnologia obsoleta in quanto la tecnologia di
funzionamento è di fatto inferiore a quella delle moderne macchine caffè espresso
di alta gamma.
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