Umami Area ha organizzato il primo coffee campus in un paese produttore di caffè in Asia, precisamente il secondo produttore mondiale di caffè, il Vietnam, offrendo ai partecipanti un'esperienza professionale unica nel suo genere.
Sulle
Central Highlands del Vietnam, nell’altopiano del Lang Biang, piccolo
coraggiosi produttori di caffè hanno cominciato da qualche anno la rivoluzione
Specialty. Una parte di questi produttori appartiene a minoranze etniche, come
l’etnia K’Ho. Si tratta di etnie e comunità che, grazie alla produzione di
Specialty Coffee stanno uscendo dalla povertà, dalla morsa degli usurai e da
tutte le difficoltà che ne seguono. Ed è proprio qui che ha avuto
luogo l’Umami Coffee Camp.
Il
Vietnam è conosciuto dal mondo caffeicolo come il più grande esportatore di
caffè robusta, per lo più di bassa qualità. Umami Area testimonia una realtà
diversa, che smentisce i luoghi comuni e dimostra che il lavoro di un singolo
produttore oggi, potrà forse cambiare l’esito di una statistica domani. Questo
è l’impegno di Umami Area in Vietnam: compromettersi in una formazione di
qualità, in primo luogo rivolta ai produttori ma anche a tutti coloro che
lavorano nell’industria del caffè vietnamita, al fine di favorire una crescita
non più meramente quantitativa, ma soprattutto qualitativa.
Parlando
di qualità non ci si riferisce solamente
al profilo di tazza ma soprattutto alla qualità di vita, che si traduce in un
miglioramento degli standard di quest’ultima, e ad un incremento di possibilità
per le future generazioni, anche e soprattutto in campo agricolo.
È
stato un Camp molto eterogeneo perché partecipato da persone dalle diverse
provenienze che hanno voluto condividere la conoscenza e la formazione ricevuta
nei rispettivi paesi di origine. I 16 partecipanti provenienti da Italia,
Colombia e Vietnam hanno così potuto condividere attività in piantagione e in
classe, anche stavolta basate sui moduli
formativi del Coffee Diploma System della Specialty Coffee Association of Europe.
Principalmente sono stati trattati i moduli Sensory Skills e Green Coffee, favoriti
da numerose sessioni di assaggio di caffè provenienti per lo più da Centro e
Sud America e dal Vietnam. Le attività erano ovviamente volte alla scoperta e
alla comprensione della cultura locale, alle sfide che il mondo dello specialty
coffee affronta ogni giorno in Vietnam e alle tante persone che da anni
svolgono qui un lavoro prezioso di supporto e vetrina per il caffè prodotto.
Il
Camp è stato supportato dal punto di vista tecnico da La Viet Coffee Shop,
Filanthrope e Lang Biang Coffee Village. La Viet Coffee Shop è una caffetteria
specialty che da due anni offre professionalità e innovazione nella città di DaLat.
Entrando in questa caffetteria, viene difficile capacitarsi di come siano
riusciti in questa città, nella sfida di proporre alla clientela locale e non,
un prodotto ed un metodo di servizio di così alto livello qualitativo e
professionale. Per Quang e sua moglie Ngoc, proprietari della caffetteria, è
stata una sfida difficile in cui hanno creduto sin dall’inizio; oggi sono
premiati da risultati in termini di numeri e consensi. Filanthrope è una
no-profit che offre sostegno tecnico a comunità indigene produttori di caffè;
Lang Biang Coffee Village è una piccola cooperativa composta da sette famiglie
compromesse in una produzione di caffè di qualità sempre maggiore. Le visite in piantagione sono state precedute
dalla conoscenza di queste famiglie di coltivatori, che risiedono a pochi chilometri
da Dalat. Sono persone molto povere ma capaci di dimostrarsi incredibilmente
generose ed accoglienti, seppur con una timidezza e riservatezza che per
cultura gli appartiene. Francesca Surano racconta: “[…] abbiamo condiviso con loro i pasti, che per usanza locale si
consumano seduti sul pavimento. Abbiamo assaggiato piatti dai sapori unici e dai
colori memorabili. Siamo poi stati
accompagnati da loro in piantagione con dei motorini, gli unici mezzi di
trasporto locale, percorrendo strettissimi sentieri sterrati di montagna. La
vista mozzafiato distoglieva lo sguardo dalla strada tortuosa. Quello è il
sentiero che questi giovani coltivatori sono costretti a percorrere
quotidianamente, per trasportare i sacchi di caffè raccolto nelle terre che
coltivano da decenni. Le coltivano per tradizione ma soprattutto per necessità.
Ci accorgiamo che alcuni di loro sono
spinti da altro: dalla voglia di conoscenza e di riscatto sociale; dalla
passione per il caffè, che li ha portati nel tempo ad acculturarsi, apportando
oggi modifiche e migliorie nelle varie fasi di lavorazione.”
Pat
è uno di loro. Lui tosta piccoli campioni di caffè con una macchina tostatrice
che gli è stata generosamente offerta da una cara amica. Prepara poi il caffè
con metodi a filtro e li assaggia con attenzione per poter valutare il
risultato del suo lavoro e capire come può migliorarlo. Hadjim è un altro
giovane coltivatore che nella soffitta della sua abitazione ha creato un solar
dalle condizioni climatiche ideali per
l’asciugatura del caffè. La cura e la dedizione nel suo lavoro lo hanno
portato a vincere premi e riconoscimenti locali tanto da stimolare in lui la
voglia di migliorarsi e di puntare sulla produzione di caffè specialty. Sono queste delle lezioni di vita che non si
possono imparare dallo studio di un manuale sul caffè. Esperienze di vita che
Umami Area mette a disposizione di chiunque sia pronto a viverle e ad impegnarsi
a sua volta nel sostegno di queste realtà.
L’esperienza
del Campus è stata poi arricchita da tante realtà locali e dagli stessi
partecipanti vietnamiti, provenienti da background lavorativi per lo più legati
all’industria del caffè di grandi dimensioni.
La
formazione inoltre è stata questa volta impreziosita da sessioni di analisi
sensoriali di cioccolata e tè. Il Vietnam è infatti paese produttore di cacao e
te di qualità pregiate. Ne è testimonianza l’azienda Maison de Marou, che
produce bars di cioccolato di qualità proveniente da microlotti locali. Una
seduta di assaggio ha permesso di valutare le proprietà organolettiche di questo
cioccolato realizzato in percentuali di cacao variabili tra il 70 e il 78%,
paragonandolo ad altre bars di cacao pregiati provenienti dal Centro-America. Grazie
alla collaborazione con un’azienda di tè Oloong vietnamita, chiamata Long Dinh,
i partecipanti hanno inoltre avuto la possibilità di visitare delle piantagioni
di tè, assistere a tutto il processo di lavorazione delle foglie verdi, ed
infine, con un’elegante cerimonia del tè, assaggiarne diverse tipologie,
differenziate soprattutto dal processo di fermentazione o dalle pratiche
agricole usate.
Andrea
Onelli commenta Il Camp così: “L’esperienza
in Vietnam è stata una fantastica esperienza formativa sia per i partecipanti
sia per gli stessi trainer che, non essendo mai stati in questo paese, hanno
potuto ricredersi sulla qualità e le pratiche agricole in uso. Il Vietnam in
questo momento sta infatti producendo e esportando caffè di specie Arabica
Specialty. Per caffè specialty si intende un caffè privo di difetti e che abbia
degli attributi sensoriali di particolare pregio. Per la SCAA un caffè
specialty è una bevanda che assaggiata alla brasiliana permette di ottenere
sulla scheda di assaggio almeno 80/100. I produttori già hanno iniziato a
trasmettere ai raccoglitori l’importanza del picking, la raccolta esclusiva
delle drupe pienamente mature, la fermentazione con una durata ottimale per
dare un buon sviluppo a tutti i precursori aromatici e un seccato lento per
aumentare la conservazione dei chicchi in magazzino. Dobbiamo ricrederci sulla
qualità di questo paese e ricrederci soprattutto sulle sue potenzialità. La
terra, il clima e la passione che nutrono i cafficoltori, daranno la
possibilità al Vietnam di entrare a far parte dei paesi produttori di caffè
specialty, insieme a paesi già affermati come Colombia o Etiopia”.
Conclude
così l’esperienza Ermanno Perotti: “ […]
mi affascina sempre il grande potenziale della condivisione professionale, di
background formativi e umana che avviene durante le esperienze con Umami Area.
Forse è proprio questo che arricchisce e rende unici questi Camps. Ho avvertito
anche tutta la potenzialità del Vietnam, per la sua grande voglia di crescita e
professionalità, per la sua grande apertura a scambi internazionali di diversa
natura e alla sua grande tenacia nel camminare su un percorso, quello dello
specialty, sicuramente lungo e che si muove su una scacchiera mondiale e
nazionale fatta di potenti lobby”.
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